Se l'impianto è a norme.
Nei primi 5-10 millisecondi scorre una corrente di alcune centinaia di ampere. La bobina magnetica del magnetotermico differenziale viene percorsa dalla corrente e l'ancoretta di sgancio comincia il suo viaggio per rilasciare la molla che tiene chiusi i contatti.
La maggior parte dell'energia viene dissipata dalla scintilla che si forma fra presa e spina, se l'inserimento è netto la scintilla dura qualche decimo di millisecondo - millisecondo senza troppi effetti spettacolari, se la mano è incerta la durata della scintilla è di una ottantina di millisecondi, il tempo che i contatti del magnetotermico o del differenziale si aprano.
Nel frattempo fra i contatti fissi e mobili del differenziale si genera una forza elettrodinamica che tende ad aprirli, un interruttore ben fatto e ben dimensionato tiene le pastiglie dei contatti serrate, un interruttore improprio comincia a ridurre la forza di chiusura sui contatti, aumentando localmente la resistenza e predisponendosi alla vaporizzazione di una minìuscola parte della superficie delle pastiglie dei contatti.
I cavi risentono del picco di corrente con un riscaldamanto improvviso, se ci sono le protezioni i fenomeni elettrodinamici tenderanno ad allontanare i conduttori, il cavo meccanicamente non si gonfierà, anche l'impianto elettrico subirà la stessa sorte agitando un poco di polvere nei corrugati sottomalta. Qualche morsetto mal stretto risentirà della sua maggior resistenza, il picco di corrente provocherà una fusione locale migliorando il contatto.
Nei successivi 15-50 millisecondi a seconda della "prontezza" dell'equipaggio mobile e del picco di corrente i contatti del magnetotermico si apriranno ionizzando aria e residui di contatti e si alzeranno ad arco nei caminetti spegniarco dove si raffredderanno e si spegneranno nei successivi 10 millisecondi. Senza troppo danno qualche picogrammo della superficie dei contatti sublima, si "ossida" cambiando colore.
Sicuramante il differenziale si è accorto della corrente diversa da zero che scorre nei due fili di neutro e di fase e ha rilasciato lo sgancio dell'equipaggio mobile del magnetotermico differenziale. Forse questa azione è ormai tardiva e già anticipata dallo sgancio magnetico, o forse arriva prima il differenziale.
L'impianto rimane senza corrente.
Non sempre tutto va così bene. Potrebbero esserci i conduttori di ingresso molto grossi e vicini al trasformatore o all'alternatore per cui il picco delle centinaia di ampere diventa le varie migliaia di ampere o le decine di migliaia di ampere. La spina e la presa in pochi mllisecondi erogano un severo arco con proiezione di materiale incandescente verso l'esterno, ottimo innesco di un incendio. Poi il magnetotermico sgancia la corrente, ma se è avvenuto l'innesco, l'incendio continua per conto suo. Il resto (forse) come sopra.
Se l'interruttore non è dimensionato per la corrente massima cominciano i guai. Le forze elettrodinamiche cominciano a aprire i contatti del magnetotermico con un arco, arco e non più scintilla, che i caminetti fanno fatica a spegnere. Il materiale metallico che sublima viene proiettato daappertutto e si ionizzano le camerette dei contatti con fiamme che fuoriescono dagli sfiati. Se le cose non sono fatte bene la ionizzazione coinvolge i due morsetti di ingresso e si innesca un arco che durerà alcuni secondi o qualche minuto a seconda dei fusibili a monte. Nel malaugurato caso che la cassa in plastica dell'interruttore si deformasse o qualche parte metallica fosse coinvolta nella colonna ionizzata dell'arco, cominciano ad esserci depositi carboniosi e metallici sugli isolanti e l'arco non si spegne più ma si incrementa. L'intera cassetta degli interruttori è coinvolta nel principio di incendio e si spegnerà solo dopo che sarà bruciata o se qualcuno interviene con un estintore a polvere o a alogenuri, o a CO2. Cavi e altri oggetti all'interno della scatola sono danneggiati.
Il cavo di terra si e no si accorge di qualcosa, se la terra è ottima il suo potenziale sale di qualche decina di volt per qualche millisecondo, se è così così il potenziale sale di valori intorno al centinaio di volt per qualche millisecondo, di solito senza causare guasti.
Questo in un impianto casalingo, se l'impianto è di notevole potenza sono dolori seri fino alla distruzione dell'intero cubicolo dell'equipaggio mobile, dei conduttori a barre, di tutto quello che viene coinvolto compresa carpenteria metallica, fino all'esplosione delle apparecchiature, lo scardinamento di portoni di accesso, altre amenità.
Per questo negli impianti di bassa tensione metto a monte di tutto degli onesti fusibili con il corpo in ceramica, con i separatori isolanti fra le fasi e il neutro, e interruttori con potere di interruzione a corto circuito largamente maggiorati. Gli impianti di media e di alta li lascio a chi li sa fare.